In Italia sono presenti diverse forme di sussidio, gestite in gran parte dall’INPS, il nostro ente per la previdenza sociale. L’idea è quella del Welfare State, in cui l’assistenza delle istituzioni è fondamentale per garantire uguaglianza e equità tra i cittadini. Sono aiuti che spesso fanno la differenza in situazioni di forti disagi familiari.
Tra questi spicca l’indennità di accompagnamento, fondamentale per coloro che hanno forti invalidità. Si tratta di un contributo economico molto importante per i beneficiari.
Vediamo nello specifico cos’è l’indennità di accompagnamento e come funziona.
Cos’è l’indennità di accompagnamento
L’indennità di accompagnamento è un sussidio economico che viene garantito a persone con gravi invalidità o mutilazioni. Può essere richiesto e ottenuto a qualsiasi età, e non ha alcun legame con l’essere abili al lavoro o meno.
L’indennità di accompagnamento viene concessa nel momento in cui la persona non è in grado di muoversi in autonomia o quando non è possibile compiere le comuni azioni giornaliere. Detta in maniera semplice, si tratta di un sussidio dedicato a chi non è autosufficiente in maniera permanente.
Nella normativa dedicata troviamo tutte le azioni e le abilità che vengono considerate ai fini di richiedere questa forma di sussidio.
In generale l’obiettivo dell’indennità di accompagnamento è quello di garantire una vita dignitosa a prescindere dal tipo di invalidità. Attraverso questo indennizzo è possibile ottenere aiuti di vario genere, così da non dover pesare sulle spalle della famiglia.
Come richiedere il sussidio
Il sussidio può essere richiesto direttamente attraverso l’INPS. Ci si può muovere sia tramite call center, sia tramite un patronato. Grazie alla tecnologia oggi può essere presentato anche telematicamente, attraverso il sito dell’INPS. Le strade da percorrere sono diverse, ma adatte davvero a tutti i cittadini. Anche i meno tecnologici possono muoversi facilmente grazie all’aiuto dei patronati.
Si tratta solamente del primo passo di questo iter burocratico. Dopodiché sarà necessario dimostrare l’effettivo stato di salute.
Nel caso di una persona non più in grado di deambulare o con evidenti mutilazioni dimostrare l’invalidità è piuttosto semplice. In altri casi sono necessarie delle perizie, facendo riferimento alla normativa specifica per l’indennità di accompagnamento.
Attenzione a un’altra discriminante: può richiedere questo sussidio chi abbia residenza stabile e continuativa sul territorio italiano.
Nello specifico si seguono i seguenti casi. Possono richiederla:
- cittadini italiani
- cittadini comunitari che siano iscritti all’anagrafe del comune in cui risiedono
- cittadini extracomunitari con un permesso di soggiorno della durata di minimo un anno (art. 41 TU immigrazione)
Requisiti economici
Per l’indennità di accompagnamento non esistono requisiti economici. Non è presente alcuna soglia di reddito da non superare o altro. Gli unici requisiti validi sono quelli legati all’autosufficienza dell’individuo, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti.
In tal senso l’indennità si pone in maniera molto differente rispetto a altri sussidi, i quali spesso devono sottostare a determinate limiti in termini di reddito.
Sospensione dell’indennità
L’indennità di accompagnamento può essere sospesa in un caso ben specifico. Come abbiamo detto, questo sussidio viene fornito al fine di permettere maggiore indipendenza all’individuo. Nel caso in cui la persona che percepisce l’indennità venga ricoverata in un istituto statale per un periodo superiore ai 30 giorni non si avrà più diritto al sussidio fino alla fine del ricovero.
Trovandosi all’interno di ospedali o simili, infatti, l’interessato sarà preso in carica dallo Stato, venendo meno le condizioni per le quali l’indennità viene garantita. Una volta concluso il ricovero riprenderà regolarmente l’erogazione del sussidio economico.
Cumulabile?
L’indennità di accompagnamento è cumulabile con altre forme di pensione, come le indennità garantite ai ciechi.
Nel caso invece di persone che già percepiscono una pensione simile, a causa di lavoro, guerra o di servizio, sono esclusi da questa indennità, o devono rinunciare all’altro sussidio in favore di questo.